Alla scoperta della Riserva Naturale dell’Orrido di Botri
Ci siamo quasi. Da giugno fino a settembre, riapre al pubblico la Riserva Naturale Biogenetica Statale dell’Orrido di Botri, il canyon più grande di tutta la Toscana.
Questo bosco di montagna, situato a circa 600 metri di altezza, è la meta ideale per tutti gli amanti della natura incontaminata. Se sei fra questi, ecco cosa ti aspetta.
Flora e fauna nell’Orrido di Botri
L’Orrido di Botri si trova alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze, compresi nell’Appennino. Qui, le acque gelide dei torrenti Mariana e Ribellino hanno scavato le ripide pareti delle due rocce calcaree.
La Riserva Naturale dell’Orrido di Botri occupa una superficie di 192 ettari, nei comuni di Coreglia Antelminelli e Bagni di Lucca.
La vegetazione si distribuisce su scala verticale. Alla base delle pendici regnano muschi e felci, grazie alla temperatura fredda e umida. Risalendo l’Orrido, il clima diventa più mite. Qui proliferano piante di silene e acquilegia, in mezzo ad estese faggete.
Le pareti dell’Orrido di Botri toccano, in alcuni casi, i 200 metri di altezza. Questa conformazione le rende un luogo ideale per la nidificazione dell’aquila reale, che popola la zona insieme a molti altri rapaci.
Visitare la Riserva Naturale dell’Orrido di Botri
Nel 1971 fu l’allora Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste a istituire la riserva naturale. La decisione ha permesso di tutelare flora e fauna, le due motivazioni principali che oggi spingono i turisti a visitare questo angolo di paradiso terrestre.
All’Orrido di Botri si accede da un unico punto, Ponte a Gaio, esclusivamente nel periodo fra giugno e settembre. Qui si trova anche la biglietteria. L’accesso al canyon è gestito dal Reparto Carabinieri biodiversità di Lucca, che determina anche le regole di comportamento e le norme di sicurezza.
A causa dei guadi e del fondo scivoloso, l’ingresso è consentito con casco protettivo (compreso nel biglietto) e scarpe da trekking.
Per scoprire storie, aneddoti e curiosità dell’Orrido di Botri, puoi visitare la zona insieme ad una guida. La visita guidata dura circa 3 ore.
Montefegatesi e Tereglio, nei dintorni dell’Orrido di Botri
Cosa fare dopo l’escursione all’Orrido di Botri? A circa 20 minuti di macchina da Ponte a Gaio c’è un piccolo borgo, Montefegatesi. Circondato da alcune delle cime più suggestive dell’Orrido (Rondinaio, Tre Potenze, Coronato e Pratofiorito) deve, con ogni probabilità, il suo nome al colore rosso fegato, tipico della zona sulla quale sorge.
Da non perdere la chiesa consacrata a San Frediano. Al suo interno sono conservate due splendide tavole di scuola fiorentina risalenti al XV secolo.
La rocca di Montefegatesi domina la vallata, attraversata dal torrente Fegana. In quest’ultimo corso d’acqua confluiscono le acque del rio Pelago, a sua volta costituito dai torrenti Mariana e Ribellino, artefici dell’Orrido di Botri.
Montefegatesi sorge in posizione strategica. Fu infatti utilizzato come “sentinella” dalla repubblica lucchese. Ad eccezione di un periodo in cui fu gestita dai fiorentini, la rocca fu sempre in mano a Lucca e ai Giunigi.
Anche Tereglio si trova a pochi chilometri da Ponte a Gaio. Passa da questo borgo di origine medievale una delle più antiche vie della Toscana, la Strada Maria Luisa Duchessa di Lucca. Quest’ultima entra anche nella Riserva Naturale dell’Orrido di Botri, dalla quale si snodano vari itinerari.
A Tereglio c’è una piccola chiesa di origine romanica (poi modificata nel XV secolo), dedicata a Santa Maria Assunta. Al suo interno, si trovano lo splendido crocifisso ligneo realizzato da Barone Berlinghieri nel XIII secolo e una tavola in regno raffigurante l’Annunciazione, risalente al secolo successivo.
Da giugno a settembre, non perdere la possibilità di visitare uno dei luoghi più suggestivi di tutta Italia. Prenota ora un soggiorno all’Hotel Ilaria e visita l’Orrido di Botri e i dintorni.